STEPHEN KING by Angel

STEPHEN KING by Angel

autore:Angel [Sconosciuto]
La lingua: ita
Format: epub


Ostriche e rame, pensò e tanto le fu sufficiente. Cadde in ginocchio

davanti al water e rigettò con le mutandine appallottolate nel pugno

stretto. Fece scorrere subito l'acqua, prima che l'odore di hamburger

parzialmente digerito si diffondesse nell'aria. Poi aprì il rubinetto

dell'acqua fredda nel lavandino e si sciacquò la bocca. Cominciò

allora a calmarsi in lei la paura di dover trascorrere l'ora successiva

chiusa là dentro, inginocchiata davanti alla tazza a vomitare. Il suo

stomaco sembrava voler far giudizio. Se solo fosse riuscita a schivare

un'altra zaffata di quell'odore... Trattenendo il fiato, mise le

mutandine sotto l'acqua fredda, le bagnò, le strizzò e le rigettò nella

cesta. Poi trasse un respiro profondo, ravviandosi i capelli sulle

tempie con il dorso delle mani umide. Se sua madre le avesse chiesto

che ci faceva un paio di mutandine bagnate in mezzo alla biancheria

sporca... Stai già pensando come una criminale, lamentò la voce che un

giorno sarebbe appartenuta alla Brava Mogliettina. Lo vedi come si

finisce a fare la bambina cattiva, Jessie? Adesso lo capisci? Voglio

certamente sperare. . . Stai zitta, impiastro che non sei altro,

l'apostrofò in malo modo l'altra voce. Più tardi potrai star lì a

recriminare e pontificare finché vuoi, ma per il momento facci il santo

piacere. Abbiamo un problemuccio da risolvere. Capito? Nessuna

risposta. Meglio così. Jessie si ravviò nervosamente i capelli una

seconda volta, sebbene ben pochi le fossero ricaduti sulle tempie,

sciogliendosi dall'acconciatura. Se sua madre le avesse chiesto che ci

faceva un paio di mutandine bagnate nella biancheria da lavare, avrebbe

semplicemente risposto che faceva così caldo che aveva deciso di fare

un tuffo senza spogliarsi. L'avevano fatto spesso tutti e tre durante

quell'estate. Allora sarà meglio che ti ricordi di inzuppare d'acqua

anche i calzoncini e la maglietta. Dico bene, gioia? Sì, rispose. Hai

ragione. Indossò l'accappatoio appeso dietro la porta del bagno e tornò

in camera a prendere i pantaloncini e la maglietta che indossava quella

mattina, quando mamma, fratello e sorella maggiore erano partiti per la

loro gita... mille anni prima, le sembrava adesso. Si guardò intorno,

non trovò gli indumenti e si inghinocchiò per guardare sotto il letto.

Anche l'altra donna è in ginocchio, osservò una voce, e sente lo stesso

odore. Quell'odore come di rame e panna. Jessie sentì ma non sentì. La

sua mente era sui calzoncini e la maglietta, stava elaborando una

giustificazione plausibile. Come aveva sospettato, gli indumenti erano

sotto il letto. Allungò la mano per prenderli. Sta uscendo dal pozzo,

disse la voce di prima. L'odore viene dal pozzo. Sì, sì, pensò Jessie,

mentre afferrava gli indumenti e si rialzava per tornare in bagno. Un

pezzo di pizzo che puzza nel pozo, che pazo! Lo ha fatto cadere nel

pozzo, disse la voce e allora finalmente ne prese atto. Si fermò di

botto sulla soglia del bagno sbarrando gli occhi. Provò tutt'a un

tratto una paura assolutamente nuova e mortale. Ora che l'ascoltava

bene, si rendeva conto che quella voce non somigliava ad alcuna delle

altre; quella era come quelle voci che si intercettano alle volte alla

radio a tarda notte, quando le condizioni sono quelle giuste, una voce

che potrebbe provenire da molto, molto lontano. Non poi così lontano,

Jessie. Anche lei è nella zona dell'eclisse. Per un attimo sparì il

pianerottolo superiore della casa di Dark Score Lake.



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